Come nasce Italobread

Considerazioni

Quando ci rechiamo in un supermercato per compiere il rito quotidiano di “fare la spesa”, osservando attentamente tra gli scaffali possiamo notare una novità importantissima per noi operatori del settore alimentare e non solo, persone giovani e anziane che consultano le etichette dei prodotti che stanno per comperare.

Non si era mai visto prima un atteggiamento del genere,  così molto diffuso.

Evidentemente la sensibilizzazione verso “ il mangiare possibilmente cose buone e naturali “ promulgata da emeriti nutrizionisti e non, tramite riviste, giornali e televisione stà funzionando a dovere.

Anche il panificatore artigiano si trova quindi a rispondere a numerose richieste da parte dei propri clienti, richieste che spaziano dal comune pane ai cereali misti fino ad arrivare al pane con basso tenore di carboidrati, a quello con basso indice glicemico e così via.

Ognuna di queste specialità toglie spazio al pane tradizionale e diversifica in modo esponenziale la produzione giornaliera del panettiere, decine di piccoli impasti inseriti tra quelli di routine fanno si che i nostri fornai passino qualche ora in più in laboratorio rispetto a qualche anno fà.

Circa sei mesi fa, svolgendo il mio lavoro quotidiano di visite presso i laboratori di panificazione, su quindici panificatori visitati ben sei mi fecero tutti più o meno la stessa domanda:

Secondo il tuo parere qual ‘è la farina più buona in commercio ?

Rimasto naturalmente basito di fronte alla questione risposi a tutti con le stesse modalità: “dipende cosa intendi tu per buona, buona per il gusto, per le proprietà nutritive, per impasti particolarmente complicati, ogni farina ha caratteristiche differenti…”

Approfondendo la storia riuscii a comprendere che la parola “buona” effettivamente non era quella giusta, per il contesto in cui era nata la discussione l’aggettivo più idoneo era “sana”, con proprietà nutritive eccellenti, digeribile, ricca di quelle sostanze che mancavano, guarda caso, a quella farina analizzata in una nota trasmissione televisiva che il giorno prima della mia visita ai panettieri, era praticamente stata veduta da mezz’ Italia.

A questa domanda ho risposto dopo qualche mese di attente analisi, considerazioni e ricettazioni con la nascita di Italobread.

La miglior farina per panificazione e per molte tipologie di impasti dolciari è, a mio avviso, un prodotto biologico macinato a pietra.

Biologica certificata dai più emeriti organi di controllo, non vengono quindi utilizzati pesticidi o anticrittogamici dannosi alla salute del’uomo.

Macinata a pietra, macinatura lenta che non surriscalda il prodotto e salvaguarda il germe del grano che, intatto, riporta le sue proprietà nutritive nel pane.

Valori importanti di grassi polinsaturi, vitamina B, minerali e composti fenolici antiossidanti.

Il primo ingrediente di Italobread, non a caso, è proprio una farina di frumento tenero tipo “2” macinata a pietra, grani antichi dell’Appennino Centrale, Verna, Terminillo, Rieti e Gentilrosso, varietà di grani vecchie di quasi un secolo e riportate in auge da esperti e capaci agricoltori italiani che, oltre al sudore, utilizzano ancora amore e tecniche all’avanguardia per la propria terra e per i suoi frutti.

L’opera termina con un’aggiunta di farina integrale di segale biologica per dare gusto e colore deciso, una buona dose di semola di grano duro, anch’essa biologica per conferire al pane la classica compattezza e garantire una buona persistenza di umidità all’interno, un mix di semi misti gradevoli e saporiti, sesamo decorticato, lino rosso e semi di girasole.

Quindi, osservando bene gli ingredienti, mi accorsi che avevo dato vita ad un pane dal gusto nazionale, farina proveniente dall’Appennino Centrale, segale del nord Italia e semola delle Puglie, perché no !

Italobread

Sapore d’ Italia.

La praticità di utilizzo del mix porta il prodotto direttamente nel laboratorio artigiano e lo fa lavorare con estrema facilità.

Il ricettario, che spazia dalla classica pagnotta alla focaccia, alla pizza, ai croissant, ai taralli, permette di utilizzare ITALOBREAD in maniera molto versatile.

Italobread,, aiutato dalla presenza nella propria ricettazione di madre acida di frumento in polvere ed enzimi naturali, permette al panificatore di sfornare un pane eccezionale in un tempo di circa due ore, con solo 20 grammi di lievito fresco compresso per kg. di mix.

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